La terra del sole, a capitoli/ abbastanza breve/ romantica

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endless87
view post Posted on 7/2/2010, 11:15




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La terra del sole by Diana-endless87-violum87 is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.


Prima di partire posto qui una storia che ho da tempo e che sto aggiustando in questi giorni, siccome è abbastanza lunga la divido in capitoletti...
Si svolge nella terra del sole
una terra che ho amato
una terra difficile e bellissima....

La terra del sole


Buio. Come se fosse notte. Buio. Come se fosse inverno. Buio. Come se fosse morto.
Forse la morte sembrerebbe una salvezza desiderata dal proprio corpo in catene, dai propri occhi che non possono vedere la luce, dalla propria bocca pietrificata dalla sete e dalla propria saliva che marmorea scende come una lama appuntita, attraverso un corpo immobile.

Ma la sua mente è viva, pensa, si stanca di capire e di chiedersi il motivo della prigionia forzata, delle risate dei suoi aguzzini, di quelle mani gelate, della puzza del proprio corpo e di quel poco cibo insipido e melmoso.

La benda sugli occhi diventa un'amica... almeno lo copre da quella vista, ma le orecchie sentono quelle voci maschili, sgraziate e pedanti, e vorrebbe tanto spegnerle, almeno la notte, per non sentire gli uccelli notturni e immaginarli liberi...
Riconosce gli accenti del posto e cerca di sentire qualche nome che potrebbe aiutare a riconoscere quelle persone, ma l'unico nome che sente è il suo.
<<alfredo...>>.
<<alfredo!>>.
<<alfredo>>.
E l'unica voce che non sente da giorni è sempre la sua. Non parla, non grida, non piange e si lascia morire di stenti.

Le sue mani sono attaccate da una corda e sente il bruciore sui polsi. Un'altra corda costringe le gambe, su, fino alle ginocchia, e la testa penzola avanti, indietro, ai lati... e non sa nemmeno come riesce a mantenerla e vorrebbe staccarla, morderla e tramortirla... ma quella testa pensa e indaga le parole di quegli uomini.
Ricorda solo frasi sconnesse: <<ora vediamo se quello stronzo non cambia idea!>>. <<siete sicuri che lascerà perdere l'operazione?>>. <<con il suo gioiello qui deve per forza darci ascolto...>> e la figura del padre gli compare negli occhi, la sua divisa da carabiniere e le sue indagini contro quella importante famiglia siciliana.

Le indagini.

L'isola.

La famiglia.

Il giusto nella mente di suo padre.

Quella era la colpa. Quello era il motivo, il significato, il perché di quella sofferenza inutile.
Sì, perché a 15 anni lo stare rinchiuso, incatenato in una stanza, bendato e senza cibo sembra una cosa inutile, e bisogna attribuire una colpa a qualcuno per rimanere vivi, per immaginare un futuro vicino fatto di urla contro quella persona, fatto di schiaffi e di ingiurie, che in una situazione come questa diventano lecite, giuste, come quella giustizia che l'ha portato lì, rapito del proprio volere, rapito e ingannato della propria libertà.

Ma Alfredo continua a vivere, a respirare, ad avere fame. Continua e l'unica cosa che gli rimane è immaginare, sognare ciò che aveva prima, ciò che magari gli sembrava inutile, ora, ora sì, è importante... come le litigate con la mamma, che sembrano solo un miraggio. Le controversie col suo migliore amico, che sembra un gioiello. I libri che ha lasciato a metà sulla sua scrivania, o le canzoni che non ha avuto il tempo di sentire perché si fissava con le prime 3 tracce del cd.

E continua ad avere paura, a tremare ad ogni singolo rumore sconosciuto e all'improvviso la porta si apre, dei passi silenziosi vanno verso di lui e il suono d'acciaio della sua scodella che sbatte per terra. E' ora di cena, ma potrebbe anche essere ora del pranzo. Non lo sa più. Ha perso il conto della sua stanchezza, delle sue dormite, dei suoi pasti e dei suoi bisogni.
Come un'animale si butta su quella ciotola, le sente ghiacciata e il cibo è sempre lo stesso... pastina con l'acqua. Pastina scotta con l'acqua tiepida e salata, che sembra cucinata con l'acqua del mare.
Del suo mare dove vorrebbe buttarsi per rinfrescarsi da quel calore appiccicoso o per ammazzarsi, finché è lui a deciderlo.

Ma in realtà lui non decide nulla, ne quando mangiare, ne quando avere fame, freddo, mal di testa o di tutto. Non è neanche lui che decide cosa fare del suo tempo vuoto o di quello che deve provare quando sente un rumore.
E quando finisce il cibo gli duole tutto, ha fame, ma il suo stomaco si è rattrappito dalla pochezza di ciò che gli danno da mangiare.

Allora si ferma ma con la mente continua a pensare, perché non vuole abbandonare tutto agli istinti, ma l'istinto fa sopravvivere, indietreggiare, strisciando per terra, sulla sua cacca o sulla sua urina, per allontanarsi da colui che è entrato da quella maledetta porta di ferro.

Ma Alfredo non parla, non vuole, non ne ha la forza, e sente una mano che gli trattiene una spalla. Lui si agita, si contorce, sente che c'è qualcosa di diverso, invece sente pronunciato il suo nome <<alfredo...>>, dolcemente, e in quel suono era contenuto un discorso di fiducia e di aiuto.

Un uomo allora lo prende in braccio e lo fa sedere su un materassino, che era presente nella stanza. Gli sistema i capelli che forse sono diventati olio grasso e con un fazzoletto di cotone profumato gli pulisce la bocca.
<<alfredo, non voglio farti del male. Ci siamo solo io e te qui. Ti ho portato da mangiare...>>.

Ma quel ragazzo si domanda il motivo, l'identità di quell'uomo e mugugna qualcosa.
<<non ho capito..>> dice l'altro.
<<p e r... c h è ?>>.....
<<perché con quello che ti danno da mangiare non vivrebbe manco una mosca..>> risponde, poggiando il cucchiaio nel piatto e prendendo il bicchiere con l'acqua.
<<infatti... io sono un verme, solo.. un verme per voi...>> sputa con un dolore allucinante delle corde vocali.
<<ora non sforzarti per dire queste scemenze...>>.
<<chi sei?>> domanda il giovane.
E la risposta arriva chiara. <<nessuno...>> e immediatamente dopo il tonfo della porta di ferro.





Edited by endless87 - 12/4/2010, 10:35
 
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Scar7
view post Posted on 7/2/2010, 16:53




Mammia mia Di,
un inizio davvero straordinario
In poche righe sei riuscita a farmi entrare d'impatto in questa nuova storia, si respira la sofferenza, sia quella fisica che psicologica, la crudezza del mondo in cui questo ragazzo è stato trascinato, ma ancor più quello che sta fuori

E questo pezzo:

CITAZIONE
Ma Alfredo continua a vivere, a respirare, ad avere fame. Continua e l'unica cosa che gli rimane è immaginare, sognare ciò che aveva prima, ciò che magari gli sembrava inutile, ora, ora sì, è importante... come le litigate con la mamma, che sembrano solo un miraggio. Le controversie col suo migliore amico, che sembra un gioiello. I libri che ha lasciato a metà sulla sua scrivania, o le canzoni che non ha avuto il tempo di sentire perché si fissava con le prime 3 tracce del cd.

a volte basta poco per ricordarci che la nostra vita è fatta anche di piccole cose come questa, e il non averle più ci dà la consapevolezza di una vita spezzata all'improvviso
Bravissima Diana, e fai buon viaggio
Attendo trepidante il tuo ritorno e il continuo di questa tua nuova creazione
^_^
 
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endless87
view post Posted on 7/2/2010, 17:42






ehi socia
sempre veloce come il vento a leggere^_^
non posso che esserne felice
e mangiarmi le mani perchè io ti faccio aspettare e nn perchè io voglia fare la preziosa :-( scusa...

cmq passando al tuo commento
prima di tutto grazie
poi si è molto d'impatto l'inizio, non c'è antefatto, la storia inizia dall'apice e questo mi preoccupava un pò xk temevo che nn si capisse nulla
invece mi fido del tuo giudizio^^e sn più tranquilla!!!

grazie ancora

 
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endless87
view post Posted on 1/3/2010, 20:22




E dopo quasi un mese ecco l'aggiornamento!
Baci

II

Quella porta di ferro si riapre in continuazione e talvolta tutto gli fa male: le loro domande, le loro risate, i loro spintoni; ma alla fine della giornata da quel ferro vi entra sempre quel qualcuno che a rigor d'istinto sembrerebbe un angelo.

Quella però è una sera speciale, perché c'è silenzio, quiete e arriva anche la voglia di dormire, e mentre il giovane cerca di chiudere la mente e spegnere i ricordi, quella voce così umana gli intima <<alfredo! Non puoi dormire proprio ora! Dobbiamo andare!>> e Alfredo si agita, si divincola e quasi una lacrima fuoriesce dalla benda.

<<ma perché non ti fidi ancora di me?! Ti ho dato del cibo, da bere, ti ho lavato e ora dobbiamo scappare!>>. Quella voce sembra sincera, come sempre, forse ora ancora di più. Ma il giovane non riesce a crederci, ha paura e soprattutto ha la consapevolezza di non avere la forza di camminare.

<<non posso...>> sibila a mezza voce.
<<come non puoi?! Ma che dici?!>> urlò l'uomo, mentre cercava di liberarlo dalle corde.
<<non credo di poter camminare...>>.
<<ma su... non è quello il problema!>>.
<<e come faccio a...>> cercò di chiedere Alfredo, subito prima di essere preso in braccio di peso.

I suoi occhi erano ancora scuri e avendo perso l'equilibrio si aggrappò al collo di quell'uomo con tutta la poca forza che aveva.
<<non farmi del male!>> implorò durante la corsa.
<<proprio per questo devo portarti via!>>.
E finalmente i loro corpi abbandonarono quell'aria cupa e umida del casolare, e raggiunsero la brezza di quel venticello puro. Alfredo si spaventò e si strinse ancora più forte contro quel corpo senza nome, che chiese <<hai freddo?>>. <<no...>> rispose il ragazzo, << è solo che è da molto tempo che non sento il vento sulla pelle..>>.
<<ora siamo arrivati in macchina!>> specificò l'uomo, <<ma devo avvertirti che siamo parecchio lontani da casa e che dobbiamo correre per non farci trovare!>>.

E la fuga della salvezza ebbe inizio. Una sgommata, la seconda, poi la terza e via, verso quella campagna assolutamente buia. Alfredo sentì la durezza del sedile, si sentì indolenzito e sballottato da ogni parte, si aggrappò alla maniglia e voltò il suo sguardo buio alla sua sinistra.

L'uomo se ne accorse e senza rallentare, disse <<facciamo un po' di strada e poi ti tolgo la benda..>>.
<<grazie..>> fu la risposta di Alfredo.
<<hai ancora la forza di pronunciare quella parola?!..>> chiese quasi dolcemente quell'uomo.
<<beh, si, mi stai portando via da li... Ma.. chi sei? Un poliziotto?>>.
Quella persona tacque, sospirò e aumentò di poco la velocità, già sostenuta.
<<no>> rispose, << sono un di loro..>>.

Il silenzio si fece largo attraverso la rabbia, la paura, il rancore, la fretta, il non saper che dire e come affrontare una verità celata e scomoda.
Dopo quasi un'ora sfrenata di corsa contro il tempo, la macchina iniziò a rallentare e prima di raggiungere le strade convenzionali si fermò totalmente.
L'uomo chiese al ragazzo se per caso stesse dormendo, ma dormire era diventato un lusso che la paura non poteva affrontare.

<<ti tolgo la benda.>> disse l'uomo, <<non aprire gli occhi di fretta, non c'è tanta luce ma potrebbero farti molto male.>>.
Quelle mani, dietro la nuca di Alfredo, erano delicate, e il profumo di quel corpo molto gradevole, come ogni volta che si avvicinava al ragazzo.
La benda fu tolta e prima che Alfredo aprisse gli occhi quelle mani gli sfiorarono il volto ad imitare una carezza.

Al ragazzo iniziò a battere il cuore, di stupore e meraviglia. Aprì gli occhi e li voltò subito verso quel volto che bramava di osservare.
Tutto attorno il buio incantato dalla luce della luna, qualche rumore di animaletto notturno e tanta vegetazione fitta, ma era quel volto che attirava l'attenzione di Alfredo, quei capelli riccioluti e morbidi, quelle linee delicate, quel naso piccolo e quelle labbra che tiravano il fumo della sigaretta per poi buttarlo fuori con sicurezza.

Quell'uomo, che non sembrava poi tanto grande, guardò il ragazzo e l'azzurro degli occhi si confuse nel tutto.
<<finisco di fumare e ripartiamo eh?!>>.
Alfredo non parlò, accennò un consenso col capo e continuò a fissarlo, fin quando non gli chiese come si chiamasse.
<<perché vuoi sapere il mio nome?! Conosci già il mio volto e questo basta e avanza!>> rispose alquanto sgarbatamente, ma prima di rimettere in moto si accorse del tono che aveva usato e mandando all'aria i suoi piani mentali, rispose <<giorgio..>>.

Nonostante tutta la sua curiosità fosse stata fugata, il ragazzo continuò a fissare l'uomo, il quale evidentemente innervosito da quegli occhi puntati, chiese <<ma per quale motivo continui a fissarmi?! Ormai sai quasi tutto di me!>>.

Alfredo sgranò gli occhi, lo fissò ancora e poi voltandosi dall'altra parte, chiese retoricamente <<sei così piatto che per sapere quasi tutto di te basta conoscere il tuo volto e il tuo nome?>>.
<<tu non dovevi nemmeno intravedere la mia ombra!>> disse di colpo Giorgio, <<...forse avrei dovuto mettere il cappuccio...>>.

Il ragazzo si girò di scatto e con un profondo pallore in viso capì che nulla di quello che stavano facendo era previsto e che la pericolosità di ogni parola pronunciata era altissima.

<<a me non interessa nulla di te!>> sottolineò il giovane, che con intelligenza e un po' di paura volle mettere le cose in chiaro, quelle che assolutamente non lo sarebbero mai state.

Giorgio e il suo sguardo rimasero immobili verso la strada, la mano destra piantata sul volante e il braccio sinistro poggiato al finestrino col il palmo che sorreggeva la nuca. <<arriverà un momento che ti interesserà capire chi sono.>>.
<<ora non mi interessa!>> sbottò Alfredo, <<voglio sapere dove stiamo andando e che ne sarà di me!>>.
<<tra più di tre ore arriveremo in una cascina..>> rispose l'uomo con una calma sorprendente, <<dove potrai lavarti, vestirti, mangiare e dormire su un letto vero..>> continuò, senza rivolgergli lo sguardo, <<... e tra qualche giorno ti porto a casa!>>.

Quella cascina era buia, nascosta e fatiscente, e Alfredo nonostante l'apparente fortezza non riuscì a tranquillizzarsi e si arrestò sulla soglia. Giorgio gli poggiò una mano sulla spalla e camminando insieme, disse <<fidati di me...>>.
<<chi mi assicura che dentro non ci sono altri uomini?! Chi mi da la certezza che nessuno ci ha seguiti?!>>.
<<ora come ora puoi solo fidarti di me e poi sono io che ordino di seguire, non il contrario!>> e il piede di Alfredo percorse quell'androne melmoso.

Dopo neanche due stanze spartane e freddissime arrivarono difronte a un finto muro che nascondeva una porta blindata, oltre la quale si celava un appartamento molto lussuoso.
Il ragazzo si guardò attorno spaesato e dopo neanche due secondi Giorgio gli mise in mano due asciugamani e dei vestiti puliti, lo accompagnò nel bagno caldo e alla fine lo sollecitò a lavarsi prima di cena.

L'uomo chiuse la porta, spostò una sedia che intralciava il passaggio e arrivando in cucina pensò alla migliore cena per quel ragazzo, e optò per la pasta e la carne per riacquistare le forze.
Ma il tempo passò velocemente e dopo una mezzora di silenzio l'uomo si domandò che fine avesse fatto Alfredo, e il ragazzo era sempre lì, nel bagno, accasciato sul pavimento, privo di forze.

Giorgio corse verso di lui, si piegò e gli chiese cosa avesse.
<<non sento più il corpo!>> rispose Alfredo e il più grande lo prese in braccio per poi posarlo su una sedia. Iniziò a svestirlo e lentamente lo adagiò nella vasca per fargli fare il bagno.
Con una spugna cominciò a lavargli la schiena, poi le spalle, il petto, la pancia e le gambe, i capelli e la faccia.
Lo asciugò tutto, mentre gli occhi di Alfredo erano piantati a terra dalla vergogna.
<<che c'è?!>> chiese l'uomo.
<<non mi lavava nessuno da quando avevo sette anni...>> rispose il ragazzo.
<<non ce la fai da solo e in quello stato non potevi rimanere..>> sottolineò Giorgio, mentre gli infilava i boxer. <<ora ti metti qualche mio indumento..>> continuò, <<poi magari domani ne compriamo qualcuno nuovo..>> specificò durante la vestizione davanti allo specchio.

Alfredo continuò a fissare se stesso dimagrito all'inverosimile e la scena dietro di lui.
Il suo corpo tremava mentre quelle mani lo vestivano, ma nonostante tutto si sentiva perennemente nudo davanti a quegli occhi sorprendenti. Quelle mani lo sfioravano in una carezza perenne e al sapore di quel respiro sulla sua pelle, chiuse gli occhi...





Edited by endless87 - 3/3/2010, 21:21
 
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Scar7
view post Posted on 4/3/2010, 10:26




AAAAAAAAAArgh!!!!
perché s'interrompe così???
Un capitolo inaspettato come l'evolversi della vicenda e i dubbi che attanagliano
ma è stato pagato un riscatto? Doveva essere ucciso e Giorgio l'ha voluto mettere in salvo?
Chissà
Adesso sono curiosa di vedere ulteriori sviluppi

noticina:
Mi piace questo tuo stile, non molto diverso dalle altre storie, ma non so, lo trovo più sicuro, maturo
non so se mi sono spiegata
Un bacio e al prossimo
^_^
 
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endless87
view post Posted on 4/3/2010, 10:37





CITAZIONE
AAAAAAAAAArgh!!!!
perché s'interrompe così???
Un capitolo inaspettato come l'evolversi della vicenda e i dubbi che attanagliano
ma è stato pagato un riscatto? Doveva essere ucciso e Giorgio l'ha voluto mettere in salvo?
Chissà
Adesso sono curiosa di vedere ulteriori sviluppi

noticina:
Mi piace questo tuo stile, non molto diverso dalle altre storie, ma non so, lo trovo più sicuro, maturo
non so se mi sono spiegata
Un bacio e al prossimo

CITAZIONE
<<ma devo avvertirti che siamo parecchio lontani da casa e che dobbiamo correre per non farci trovare!>>.

da questa frase del capitolo si dovrebbe capire che giorgio fa una cosa che nn doveva fare..
va contro le regole, ecco perchè devono fare in fretta
per non farsi trovare!^^

beh mi sento anche io più maturata
riesco a raccontare quasi perfettamente quello che ho nella testa
senza strofinzoli e parole inutili...

certo il tempo x scrivere manca
ma cercherò di postare al più presto^^

grazie per aver letto
e per avermi avvertito dei dialoghi che il postaggio aveva saltato!

un bacio socia


 
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endless87
view post Posted on 9/3/2010, 13:17






III

Quegli occhi si fissavano al centro di quella stanza e tra loro il mirino stretto della pistola di Alfredo. <<fermo o sparo!>> ordinò.
<<non usare queste formule con me, poliziotto!>> rispose il criminale, sorridendo con un ghigno profondo, mentre un altro poliziotto lo ammanettava a fatica.

<<uscite tutti dalla stanza!>> ordinò il commissario, che in prima linea dirigeva le operazioni. <<portatelo in macchina e qui rimane solo Alfredo!>> terminò.
Allora un altro giovane poliziotto afferrò il braccio dell'arrestato e lo diresse con forza verso la porta.

Alfredo lo guardò negli occhi e il criminale, sempre con quel ghigno spocchioso, rivolgendogli lo sguardo, disse <<stai attento! Lì dove stanno frugando c'è ancora il tuo sperma!>>. Il sangue del giovane si raggelò, immobilizzandosi nelle vene.

<<bene!>> sospirò il commissario, <<... più vanno avanti queste indagini e più si scoprono cose interessanti!>>.
<<commissario...>>.
<<portatelo in macchina e uscite!>> urlò a tutti gli altri. <<non mi interessa niente!>> sbraitò, voltandosi al ragazzo, <<ora tu mi spieghi tutto>> ordinò, <<o ti faccio arrestare per favoreggiamento e infiltrazione consapevole in cosche mafiose!!>>.
<<da dove inizio?>> domandò il giovane.
<<le domande le faccio io!>> e Alfredo chinò il capo in segno di resa.

<<da quanto tempo sai dell'esistenza di questa cascina?>> chiese l'uomo.
<<da circa nove anni...>> rispose il giovane, <<giorgio Chimenti fu il mandante del mio rapimento, quando avevo quindici anni...
Mio padre, allora commissario dei Carabinieri di Palermo, stava portando avanti le indagini sulla famiglia Chimenti; in quel periodo aprì un nuovo fascicolo, su una nuova pista di spaccio di cocaina e droghe in generale, campo nuovo per quella famiglia, e a Giorgio evidentemente dettero fastidio quelle nuove accuse, che si andavano a mischiare con tutto il resto: i pizzini, lo sciacallaggiò, la prostituzione, le case abusive, le ammazzatine... E pensò bene di rapire me, il primogenito del commissario. Lui e i suoi uomini mi portarono in una cascina nelle campagne di Enna, mi tennero lì quasi quattro mesi, bendato e affamato...>>.
<<quale fu il riscatto che chiesero?>>.
<<la chiusura di quel fascicolo! Mio padre doveva far cadere le accuse, doveva sviare le indagini su quei traffici illegali. Diciamo che lo fece ma non consapevolmente...>>.
<<in che senso? Ma esiste un fascicolo su questa storia?!>>.
<<allora la faccenda era in mano ai Carabinieri, noi della Polizia non abbiamo quei fascicoli perché le indagini erano le loro e con la fuga di informazioni e alcuni Carabinieri che diventavano collaboratori mafiosi, pensarono bene di riservare tutti i fascicoli a poche persone...>>.
<<questo lo so! Esiste un fascicolo su questa storia?!>>.
<<si. Mio padre mollò la presa su di loro per qualche tempo e seguì il corso normale degli eventi. Gli spacciatori si calmarono per un po', o i loro traffici divennero più nascosti, e lui continuò a trattare con loro per quanto riguarda il mio rilascio. Anche se non ufficialmente scrisse un dossier, molto approfondito, che ora si trova a casa nostra, nascosto.>>.
<<nei quattro mesi cosa successe?>>.
<<praticamente niente! Mi tenevano bendato per non farmi vedere i loro volti, e incatenato per le mani e i piedi, qualche volta mi portavano da mangiare, l'acqua scarseggiava in una ciotola, simile a quelle per i cani e poteva essere sempre quella per settimane. Mi lasciarono con gli stessi vestiti per tutto il tempo e dopo una settimana puzzavo di fogna. Mi facevano spesso delle domande su mio padre, sul suo lavoro, al chè capii chi potevano essere quelle persone...>>.
<<arriviamo a Giorgio...>>.
<<lui la sera, quasi tutte le sere mi portava del cibo e dell'acqua fresca. Alcune volte mi lavava anche e una volta mi portò dei vestiti puliti..>>.
<<se eri bendato come facevi a sapere che era sempre lui?>>.
<<dal suono della voce e dal profumo..>>.
<<continua!>>.
<<dopo quei quattro mesi mi prese e mi portò via durante una notte. Mi tolse la benda e io notai un po' di segnali durante la strada. Mi portò qui, in questa cascina tra Alcamo e Monreale, ma dalla cascina di Enna fece un giro strano, forse per far perdere le tracce...>>.
<<quale giro?>>.
<<notai, prima di arrivare qui, segnali tipo di Caltagirone, Favara... Non so...>>
<<ok... allora, ti portò qui, e?>>.
<<mi rimise in sento, mi lavò, mi dette dei vestiti, mi fece riposare, mi insegnò a tenere la pistola e a sparare bene...>>.
<<quanto tempo rimanesti qui?>>.
<<quasi tre settimane... poi mi portò a casa mia.>>.
<<e poi ti ha insegnato a diventare uomo, in altri sensi!>>.
<<ero un ragazzino!>> disse sgomento Alfredo.
<appunto! Dopo quelle tre settimane smettesti di esserlo!>> sottolineò il commissario con un tono strano.
<<ma la smetti!?>>.
<<tornando seri.. Tu non puoi più seguire questo caso!>> ordinò l'uomo freddamente.
<<cosa?!? Ma dai Franco che cazzo dici? Avevo quindici anni! Non penserai che io mi possa far influenzare anche ora!?>> cercò di convincerlo, senza nascondere l'ansia e l'agitazione.
<<un poliziotto non si fa influenzare mai!>>disse, senza nemmeno guardarlo.
<<cazzo! Ero affamato ma cosa vuoi?! Lui mi dette da mangiare, fu gentile e io mica sapevo tutta la merda che c'era dietro! E poi....>> cercò di continuare a sguardo basso.
<<e poi? Cosa?>>.
<<mica mi piacciono gli uomini.......>>.

All'improvviso la porta si spalancò e vi entrò Claudio, un giovane poliziotto napoletano.
<<che c'è?>> chiese il commissario.
<<abbiamo dei problemi! Quello non vuole entrare in macchina!>>.
<<cosa?! E perché mai?!>>.
<<dice che deve guidare solo Alfredo, altrimenti non entra e ci fa saltare tutti per aria!>>.
<<io non lo metterei in dubbio....>> puntualizzò Alfredo.
Il commissario si voltò verso il napoletano, disse di uscire e che avrebbe deciso a minuti sul da farsi.
<<ho detto che questo caso non lo segui!>>.
<<ma io non ho ancora capito il motivo, commissario!>> urlò il giovane, <<non ti fidi di me?>>.
<<non lo so...>>.
<<quando hai cazzo deciso fammi sapere!>> brontolò ferocemente Alfredo. <<ora andiamo e guido io, altrimenti quello non si schioda!>>.

Il giovane si mise alla guida, con le altre due pattuglie che lo seguivano dietro.
In macchina non volò una parola e Giorgio obbedì a questo silenzio sacrale come mai aveva fatto in vita sua.



 
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Scar7
view post Posted on 9/3/2010, 13:43




:o:

cavolo, la faccenda si complica e si fa parecchio interessante
Non avevo capito che i primi due capitoli si riferivano al passato
Davvero geniale!
La mia curiosità è in fermento
per fortuna i postaggi sembrerebbero abbastanza ravvicinati
Continua così
^_^
 
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endless87
view post Posted on 9/3/2010, 15:44




CITAZIONE
cavolo, la faccenda si complica e si fa parecchio interessante
Non avevo capito che i primi due capitoli si riferivano al passato
Davvero geniale!
La mia curiosità è in fermento
per fortuna i postaggi sembrerebbero abbastanza ravvicinati
Continua così

eh cara
magari riuscissi a mantenere questo ritmo
ma dobbiamo solo sperare
anche xk ora c'è da fare un bel lavoro a questo racconto
nuove idee
nuovi spunti che mi sono venuti fuori dai miei ultimi studi in materia
vediam come va...

cmq tu socia sempre veloce come il vento a leggere
sono contenta
anche del fatto che ti stia iniziando a piacere^^
spero di non deluderti!!!!!!

all prossima
grazie
tvb
 
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endless87
view post Posted on 12/4/2010, 09:31




IV


<<smetti di stare in silenzio e rispondi alle domande che ti faccio!>> ordinò il commissario, con la pazienza che stava scomparendo o che forse era già bella che sotterrata. <<signor Chimenti, mi vorrebbe gentilmente spiegare il suo comportamento?! Ho capito che è un uomo d'onore ma il suo onore sta sparendo con la stessa fretta con cui sta dilagando il suo soprannome!>> disse, per fargli avere una reazione qualsiasi.
<<quale soprannome?>> chiese allora il carcerato.
<<il Senza Lingua Chimenti!>> rispose l'uomo, pronunciando bene ogni singola parola, affibbiandogli un tono cupo e pericoloso.
<<e secondo lei dovrei crederci?!>> chiese allora l'uomo con un tono più vicino al disprezzo che ad altro.

<<non sono affari miei se non ci vuoi credere ma sono affari miei se mi fai perdere tempo!>>.
Il commissario allora strattonò la sedia e mettendosi velocemente in piedi raggiunse la porta, <<aspetti!>> disse in quel frangente Giorgio Chimenti, <<farò l'interrogatorio solo con una persona e solo una!>> terminò.
L'uomo non aveva mai assistito ad una scena simile e gli sembrò alquanto strano, ma senza far percepire questa stranezza, chiese <<e con chi?!>>.
<<beh il poliziotto è lei! Lo scopra!>>.

Il commissario certo non era un uomo di poca intelligenza e capì subito chi fosse quella persona; era stato proprio lui a sollevarlo da quell'incarico e ora si stava ritrovando con la sua decisione tra capo e collo.
Ma la sua testa lo diresse davanti alla porta di colui in questione; avrebbe dovuto bussare ma prima che il suo braccio fosse arrivato al legno, qualcuno l'aprì.

<<franco! Cosa ci fa qui?!>> chiese il ragazzo.
<<emilio, Alfredo è in casa?!>>.
<<si, sta dormendo però... entri commissario, lo sveglio io! Vuole un caffè?!>> domandò il ragazzo, senza rendersi conto che Alfredo era già in piedi.

<<commissario! Quale onore!>>.
<<chimenti vuole fare l'interrogatorio solo con te! Fai andare storto qualcosa e ti spacco il culo!>>.

L'uomo uscì dall'appartamento quasi subito, qualche occhiata veloce in giro e poi sparì.
Emilio fu il primo a rimanere spiazzato e <<perché fa così?>> chiese ad un Alfredo incazzato che senza contare fino a tre, disse <<perché gli sono partite quelle cazzo di cervella che si ritrova in quel piccolo cranio melmoso appena ha saputo che ero andato a letto con quel Chimenti! Senza contare che ero un adolescente senza forze, senza amore, che si stava cacando addosso e che per mesi l'aveva fatto letteralmente!!>>.

Alfredo si vestì in fretta e furia, e raggiunse il commissariato, che prontamente era stato avvertito di preparare il teste per l'interrogatorio, che lui stesso si era ripromesso di eseguirlo fino all'ultimo sangue!

Un'ultima sgommata fino al parcheggio, il rumore della portella che sbatteva contro la macchina e poi il corpo longilineo di Alfredo che correva dentro.
<<dov'è?>> chiese, appena incontrò un suo più giovane sottoposto.
<<nella stanza degli specchi, dove se no?>>.
<<non fare del sarcasmo altrimenti ti faccio rapporto!>> sbottò prima di arrivare velocemente davanti alla porta del commissario, al quale disse <<sono pronto per riprendere servizio!>>.
L'uomo gli fece cenno di entrare e tacere, perché era al telefono.
Appena chiusa la cornetta, disse <<non cantare subito vittoria! Vediamo prima come va questo interrogatorio e poi decido! Vai!>>.

Il cuore di Alfredo iniziò a palpitare, aveva fatto mille interrogatori, guardato negli occhi un numero spropositato di assassini, ladri, spacciatori ma quel nome lo metteva in agitazione...
Quegli occhi lo turbavano.

Appena entrato nella stanza, chiuse la porta e si diresse verso la sua sedia. Vi si sedette, aprì il fascicolo e iniziò a compilarlo.
Giorgio Chimenti era difronte a lui, rimase in silenzio, ma scrutò ogni sua singola mossa. Il registratore fu acceso, il poliziotto enunciò la data di quel giorno, l'ora e i nomi dei soli due presenti nella sala.
<<a suo carico sono in atto diverse inchieste>> iniziò di botto Alfredo,<< noi della polizia abbiamo diversi elementi sui suoi traffici illegali di droga, prostituzione e oggetti di valore contraffatti. Naturalmente nella sua famiglia non manca niente... pizzini, costruzione di case abusive, appalti contraffatti... ma queste sono altre faccende, andiamo per ordine!>> disse, terminando momentaneamente il suo discorso, mentre dall'altra parte del vetro li osservava il commissario con altri due poliziotti che assistevano all'interrogatorio. Tra questi c'era anche Emilio.

<<sembra agitato come se stesse dando un esame! Non capisco il suo atteggiamento!>> disse il ragazzo, guardando fisso quel vetro.
<<questo è l'errore più grande della storia di questo commissariato!>> esplose il commissario Franco, <<e il suo è l'atteggiamento del suddito, del sottoposto, quando alla fine lui dovrebbe avere l'atteggiamento di forza! Cazzo!>>.

Alfredo intanto iniziò a fare le domande. <<nella cascina dove l'abbiamo arrestata abbiamo trovato una specie di laboratorio chimico... chi ci lavora? E quali sostanze vengono prodotte?>>.
<<qual'è il tuo scopo?>> chiese il pregiudicato.
<<farle l'interrogatorio! E le domande le faccio io!>>.
<<la cascina dove mi avete arrestato la conoscevi solo tu... Nessun altro! E rispetto al passato non è cambiata di un solo millimetro! Ma ti prego non darmi del lei, mi sembra una scemenza...>>.
<<non parli del passato! Chi ci lavora e quali sostanze fabbricate?!>>.
<<solo io e niente droghe!>>.
<<questo lo potrà accurare la scientifica!>>.

Giorgio si alzò di scatto, iniziò a camminare nervosamente e chiese <<io rispondo a tutte queste cazzo di domande ma a me che me ne viene?!>>.
Il poliziotto rimase immobile e freddamente rispose <<primo: siediti! Secondo: siamo ancora alla prima domanda e terzo: cosa te ne viene?! Un emerito cazzo di niente, perché tu hai il diritto di emettere aria dalla bocca solo perché siamo in Italia, dove la pena maggiore è farti marcire in prigione con la testa al suo posto!!>>.
<<voglio solo sapere le alternative!>>.
<<se diventi un collaboratore noi ti garantiamo la protezione. Devi dirci tutto, ma davvero tutto, nomi, cognomi, vie, reati, parenti, vicini, lontani, devi fare gli identikit, passare ore di interrogatorio, ti faremo mille domande. Qualche mese dentro lo farai, fin quando non avremmo finito e se sarà tutto vero quel che ci dirai allora ti daremo un altro nome, altri documenti, un'altra vita, un'altra residenza e una scorta... Altrimenti tutta la vita qui non te la leva nessuno!>>.
L'uomo lo guardò, <<dovrei diventare un pentito?!>> chiese.
<<non devi diventarlo! Devi sentirlo! Devi esserlo!>>.

Alfredo uscì da quella stanza e lo guardò negli occhi, per la prima volta ci vide gli occhi che conosceva davvero; gli occhi di colui che lo aveva salvato e in qualche modo anche protetto. Fu un flash, ma anche Giorgio se ne accorse, si rese conto del suo sguardo e non lo fermò.

Ad aspettare fuori il poliziotto c'era Emilio. <<un interrogatorio un po' strano... ma bello!>> disse, per fargli capire la sua vicinanza.
<<mi sono mostrato debole, il commissario mi toglierà l'incarico!>>.
<<ma no! Perché dici così?>>.
<<perché è l'unica cosa giusta da fare!>>.
<<l'unica cosa giusta da fare è andare avanti; Chimenti vuole parlare solo con te e con te parlerà, altrimenti salta tutto...>> evocò la voce del commissario.

Alfredo lo fissò mentre andava via. Pensò che magari era stato un'errore ma che forse talvolta per fare la cosa giusta le regole bisogna dimenticarsele.


 
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Scar7
view post Posted on 12/4/2010, 18:28




CITAZIONE
Alfredo lo fissò mentre andava via. Pensò che magari era stato un'errore ma che forse talvolta per fare la cosa giusta le regole bisogna dimenticarsele.

Triste, ma vero
Straordinario capitolo e straordinaria tu, calata perfettamente in questa nuova atmosfera poliziesca, amara quanto vera, ma con dei sentimenti (forse) che seppur lontani, sono difficili da cancellare
Brava^^
 
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endless87
view post Posted on 12/4/2010, 19:21




CITAZIONE
Straordinario capitolo e straordinaria tu, calata perfettamente in questa nuova atmosfera poliziesca,

waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
socia detto da te è un complimento fantasmagoricoooooooo!!!

sai che amo i tuoi polizieschi
e come li scrivi

questo nn si può paragonare proprio infatti xD

grazie di aver letto
grazie di cuore
 
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endless87
view post Posted on 4/7/2010, 21:07




E finalmente eccomi!
ok il periodo pesante non è finito ma non ce la fcevo più.
su una piccola agenda avevo scritto questo capitolo ma avevo troppa voglia di trascriverlo per far andare avanti la storia...
l'estate mi fa venire voglia di scrivere
e questo svago bellissimo non lo abbandono affatto XD
Ecco il capitolo^^baci


V


Gli occhiali da sole che premevano sul naso, il vento caldo che entrava dal finestrino, la velocità sostenuta per star dietro a quella scura blindata e la voce del nuovo collega Luca, gli stavano facendo perdere la concentrazione.

All'improvviso strinse il volante, guardò le lancette: 180 km/h..... 190 km/h.... e a far caos nella sua testa si aggiunse anche la sirena.

Luca si teneva forte, anche perchè quello era il suo primo inseguimento.

La macchina davanti finì per deviare in una stradina di campagna non calcolata dagli uomini, non asfaltata e piena di pietre ed erbacce. Alfredo allora chiuse tutti e due i finestrini e decise di passare all'attacco. Lo fa, sorpassa. E' bravo ed esperto. Guardò negli occhi chi stava inseguendo e rimase basito.

La blindata sbandò, finì in un fosso, cappottandosi di lato. Alfredo non credeva ai suoi occhi, premette frizione e freno, e sterzando forte riuscì a rimanere sul posto.

<<dovremmo portarla in ospedale?>> chiese il giovane Luca, mentre guardava oltre lo sportello mal messo della blindata.
Il carabiniere più grande non avrebbe voluto tra i piedi un poppante così inesperto per quell'operazione, ma trovandosi in quella circostanza non fece altro che svolgere il proprio compito: guardò negli occhi il giovane e con voce forte ordinò di chiamare l'ambulanza.

In ospedale l'atmosfera era tesa. Altri carabinieri furono mandati per sorvegliare la porta e il commissario arrivò dopo poco, per verificare la situazione. Notò in Alfredo un'agitazione strana, che subito venne compresa all'apertura di quella stanza di ospedale.

<<alfredo, possiamo fare due chiacchiere?>> chiese l'uomo, senza staccare gli occhi da quel corpo.
<<si>> rispose lui, accingendosi a raggiungere il balcone difronte a loro.
Sotto quell'aria assolata il commissario si asciugò il sudore con un fazzolettino bianco che teneva sempre in tasca e poco dopo, chiese <<che pensi? Ti vedo sempre inquieto...>>.
Alfredo si voltò dall'altro lato, forse per non far notare la vera espressione del suo volto. <<le indagini procedono male!>> sbottò. <<abbiamo preso Ald, ma è stata fortuna, per una sua svista, per una targa presa per caso abbiamo Ald. Ma ci è sfuggito un piccolissimo particolare...>> disse con voce ironica, << é una donna, e questo è gravissimo... Chimenti c'ha fatto intendere altro! E lei commissario non nota null'altro?!>>.
<<no..>>. <<da quando abbiamo arrestato Chimenti non è successo niente. Ormai sono ore che abbiamo arrestato Ald e non sta succedendo ancora niente!>> sottolineò il giovane con una foga agitata. <<vuol dire che sono due semplici pedine del cazzo, commissario!>>.
<<ora calmati! E ragiona!>> gridò sommessamente l'uomo. <<chimenti ora è l'Infame! Non è una pedina, perché è un figlio, perché la mafia lui ce l'ha nel sangue. Certo per terminare l'operazione dovremmo arrestare tutta la sua famiglia, ma ricorda: per la mafia il silenzio non è mai sintomo di dimenticanza o indifferenza, ma il più delle volte può significare Vendetta e Morte quando meno te lo aspetti!>> terminò l'uomo prima di rientrare in ospedale.

Alfredo si ritrovò a pensare a quelle parole, a quel volto e al suo passato.
Si arrovellò il cervello e senza neanche accorgersene si ritrovò con la sua macchina davanti alla cancellata del carcere. Mostrò il distintivo e girovagò nel parcheggio per cercare un posto tranquillo per posizionare la sua auto. Un posto non tanto in vista.
Dopo averlo trovato, chiuse l'auto con le chiavi per non fare rumore e correndo di soppiatto arrivò al gabbiotto del custode dell'entrata. Rimostrò il tesserino e con un forte sguardo fece capire di non essere mai stato li.

In Sicilia era facile.
Gli occhi potevano dire molto, al di la delle parole stesse. Nessuno era disposto a parlare e le forze dell'ordine negli anni, nei secoli, avevano imparato ad usare anche loro quel piccolo elemento prezioso del non vedo, non sento e non parlo.

La guardia che c'era li strinse la mano al suo collega, lo interrogò sempre con quello sguardo famoso e ricevette come risposta ''un interrogatorio informale'', sottintendendo che doveva restare segreto comunque.

Alfredo si sedette sulla scomoda sedia di quella piccola stanza degli interrogatori e attese l'arrivo del carcerato, il quale sgranando gli occhi, disse <<ah! Pensavo ti fossi dimenticato di me!>>.
<<chimenti non scherzare!>>.
<< Ah lo so che non ti dimenticheresti mai, comunque che ci fai qui?>>..
<<abbiamo arrestato Alda!>> buttò li il carabiniere. <<in che rapporti siete?>> chiese senza perdere tempo.
<<come avete fatto?>> chiese Chimenti basito ancor di più. <<cercava di forzare la serratura della tua casina, l'abbiamo vista, inseguita e arrestata. Comunque le domande le faccio io! Risposndi!!>>.
Il criminale si alzò, fece un giro nella stanzetta e chiese con un ghigno, << Sei geloso carabiniere?>>.

Alfredo si sentì finalmente forte, gli menò un'occhiata funesta e arrabbiata, si alzò di scatto e tutta la rabbia che aveva provato in quegl'anni fu scaricata nella sua mano quando lo prese per il collo, scaravantandolo sul muro. <<non-sono-venuto-qui-per-essere-preso-in-giro!>> sillabò prima di terminare. <<e pensa bene alle risposte che darai, quando ti rifarò la dimanda davanti al registratore!>>.

Mollò la presa, lo guardò un'altra volta e poi si diresse alla porta.
Prima di aprirla sentì ciò che disse Chimenti. <<allora questa è stata solo una visita di piacere....>> e il carabiniere quasi fu deluso da se stesso, ma aveva solo osato, per cercare di trovare le risposte, ma prima forse avrebbe dovuto trovare le domande.





 
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Scar7
view post Posted on 12/7/2010, 11:10




Bello bello
rileggendolo ho ritrovato la scena del'inseguimento, lo sgomento per la scoperta in linea con la storia e i personaggi,
ma alla fine quando Alfredo si dirige nel carcere e si trova faccia a faccia con l'uomo del suo passato, ecco sono riuscita a cogliere più sfumature che nella prima lettura
mi è piaciuto il gioco di quelle sottili ironie
spero vivamente che alfredo riesca a trovare queste domande, così noi potremo conoscere le risposte e colmare il vuoto di anni
Bel lavoro, cara
al prossimo
^_^
 
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endless87
view post Posted on 12/7/2010, 11:29




wei sociaaa
che bel commento!
sono feliceche questo capitoletto sia risultato in linea, anche perchè l'ho scritto in fretta!
il seguito deve ancora venire...
anche perchè intanto sto scrivendo un'altra storiella estiva, molto simile alle storie adolescenziali che adoro raccontare!!!
l'ho scritta su carta, devo solo trovare il tempo di metterla sul pc ^_^


 
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15 replies since 7/2/2010, 11:15   145 views
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