Un regalo speciale, One Shot, NC17, Angst, Fluff, Hurt/Comfort, Lemon, Romantico, Slash, Twincest.

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,zucchera'
icon12  view post Posted on 27/1/2010, 14:23






Un regalo speciale




DISCLAIMER:

I personaggi realmente esistenti non mi appartengono, non li conosco e non conosco nessuno ad essi correlato.
Non detengo diritti sulla loro immagine, che non intendo ledere, e tutto ciò che scrivo non è a scopo di lucro ma per puro divertimento.
I fatti narrati sono solo frutto della mia fantasia.




Titolo: Un regalo spciale.
Autore: ,zucchera’
Genere: Romantico.
Rating: NC17.
Avvertimenti: Angst, Fluff, Hurt/Comfort, Lemon, Slash, Twincest.
Note dell’autore: Boh o.O
Ci vediamo alla fine della shot, è meglio xD



***


Un sonoro ticchettio riecheggiava in casa Kaulitz, nonostante fossero le due di notte passate. D’un tratto quel rumore si affievolì, e al suo posto arrivò il silenzio più totale, rotto di tanto in tanto dallo scivolare di un mouse sul suo tappetino.
Tom si alzò dal letto sbadigliando senza preoccuparsi di portare una mano davanti alla bocca, e si stropicciò gli occhi infastidito da tutta quella confusione. Cercò a tentoni le proprie pantofole disperse per terra, finché non riuscì a trovarle dopo numerosi tentativi e allungamenti vari.
Il rumore proveniva dal salone, senza dubbio. Perché diavolo Bill non si decideva a raggiungerlo a letto per fargli anche qualche coccola, magari?
Okay, forse pretendeva un po’ troppo data l’ora tarda, ma se quel ragazzo trovava la forza per tenere gli occhi fissi davanti ad un pc a quell’ora di notte sarebbe senz’altro riuscito a spupazzare ben bene il suo fratellone adorato, nonché amante.
Raggiunse il salone continuando a sbadigliare, e si appoggiò allo stipite della porta notando che l’unica fonte di luce era il computer davanti al quale era seduto il gemello.
«Ma che diavolo stai facendo?»
Bill saltò su per la sorpresa e quasi non si strozzò con il caffè che si era appena portato alla bocca. Il ragazzo dai cornrows vide con la coda dell’occhio il fratello mentre chiudeva in fretta e furia quello che stava leggendo – perché sì, era stanco e mezzo addormentato ma aveva visto benissimo che si trattava di un documento Word – e si voltava verso di lui, due occhiaie abbastanza evidenti.
«Tomi dico, ti sembra il modo?» sbraitò il cantante, chiudendo il suo amato computer dell’Apple e alzandosi con uno sbadiglio e una grattata sui capelli neri.
Tom inarcò un sopracciglio.
«E a te sembra normale restare sveglio fino alle due di notte bevendo caffè come un dannato solo per leggere- a proposito, cos’è che leggevi?» gli chiese mentre il gemello lo raggiungeva e lui gli portava un braccio attorno alla vita.
Bill sospirò ed appoggiò la testa sulla spalla del fratello, baciandogli lievemente il collo.
«Niente.»

***


Tom guardò furtivo alle sue spalle, assicurandosi di essere completamente solo a casa, non fosse per il fratello che dormiva beatamente nella loro camera dopo una lunga serie di coccole.
Che dolce.
Quella mattina era stato stranamente morboso nei suoi confronti. Certo, adorava le effusioni con il gemello e tutto il resto, ma era raro che ne sentisse un bisogno tanto grande.
Il maggiore dei due – come gli piaceva sempre dire, anche se lui stesso sapeva benissimo che scientificamente parlando era Bill il più grande – si sedette di fronte al portatile del fratello e lo aprì lentamente, con delicatezza.
«Dio, spero che non si svegli» sussurrò appena.
Non voleva farsi gli affari dell’altro, solo… era un po’ di tempo che si comportava in modo strano, per non parlare di tutte le ore che passava davanti a quel maledetto computer.
Si fece coraggio con un bel “vai Tom, sei un figo con i cornrows tu, ce la puoi e ce la devi fare” ed accese l’apparecchio, aprendosi in un sorriso dolce quando vide lo sfondo che aveva messo il gemello.
C’erano loro due sdraiati sul divanetto del tourbus, abbracciati. Gliel’aveva fatta senz’altro Gustav mentre dormivano, quel ragazzo amava fotografare tutto, specialmente ciò che era bello.
…E Tom, ovviamente, era più che convinto che quella foto rientrasse in quella categoria. Ma, ehi, solo perché era abbracciato al suo bellissimo gemello, era Bill la vera bellezza lì, mica era tanto narcisista da pensare che fosse bella perché c'era lui!
…Certo.
Prese un altro respiro profondo ed aprì un documento Word. Se non ricordava male, premendo su “File” appariva un piccolo elenco con gli ultimi quattro documenti aperti.
Aggrottò le sopracciglia nel leggere quelli che sembravano quasi dei titoli di libri, ed aprì il primo della lista, quello che probabilmente conteneva ciò che stava leggendo il cantante il giorno prima.
Sotto al titolo, vi era un elenco che gli fece sgranare gli occhi.
Autrice, rating, avvisi… ma che roba era?
Aggrottò le sopracciglia nel leggere strane sigle a lui sconosciute – tra cui NC17 e M-preg – e scese con il mouse, cominciando a leggere.
Era un’attenta descrizione di Bill, quindi preferì scorrere a tutta velocità un gran numero di pagine fino a trovarsi a metà documento.
Lesse una riga a caso.

“Bill, dopo aver fatto l’amore con il gemello, si accucciò contro il petto dell’amato e posò le mani sul proprio ventre leggermente gonfio, mentre Tom gli baciava una tempia e solleticava il suo ombelico appena dilatato dalla gravidanza.
Le loro labbra si cercarono e si-”


«Gravidanza?! Ma che cazzo?…»
Inorridì rendendosi conto che si trattava di una fanfiction nella quale, a quanto pareva, Bill restava incinto di lui per qualche assurdo e subdolo motivo di cui non voleva assolutamente venire a conoscenza.
Aprì altri documenti, tutti contenenti storie d’amore su lui ed il gemello.
Non le lesse, ma notò che tra gli avvisi vi era perennemente quel “M-preg” di cui lui ignorava completamente il senso.
Aprì una pagina di Google, cercando il significato della parola misteriosa.
Ciccò sul primo risultato della ricerca ed aspettò che caricasse la pagina, prima di ritrovarsi su un forum riguardante i Tokio Hotel.
Mosse un po’ il dito sulla pallina del mouse, finché non arrivò a ciò che cercava.
«M-preg… sta per Male Pregnancy, ovvero gravidanza maschile?!» sussurrò a se stesso senza riuscire a nascondere un minimo di shock.
Okay, sapeva che le loro fan si divertivano a scrivere storie su di loro sostenendo che il rapporto tra i due non fosse esattamente fraterno – che poi era anche la verità, ma ovviamente loro non l’avrebbero mai saputo – ma non immaginava che la loro fantasia potesse raggiungere livelli tanto alti.
«Morirò giovane, me lo sento» sospirò in modo melodrammatico, appoggiando disperato una guancia sul tavolo.
Doveva parlare con Bill, e presto.

***


Alcune buste contenenti numerosi regali di Natale furono poste al suolo dalle braccia forti e muscolose di Tom, che sospirò stanco e si accasciò sul divano accanto a sé, mentre il fratello batteva le mani e saltellava contento.
«Che bella giornata che abbiamo passato, vero? Mi piace da morire andare in giro per negozi a fare regali, a te?»
Il fratello grugnì in risposta, occupato a tenere gli occhi chiusi e a massaggiarsi la fronte e troppo stanco per fare altro.
Quanto sarebbe stato bello trovarsi sul letto, sotto le coperte e magari coccolato da Bill mentre gli faceva tante dolci carezze per farlo addormentare…
«Tomi, non mi trovi ingrassato?»
Il chitarrista spalancò immediatamente gli occhi. L’aggettivo “ingrassato” in quei giorni aveva cominciato a fare uno strano effetto su di lui per colpa di alcune cose lette su un certo computer.
Notò con orrore che il gemello si accarezzava la pancia – piatta come sempre – e si chiese se stesse pensando a ciò che temeva lui.
«Veramente a me sembri sempre più magro» osservò con sincerità.
L’entusiasmo di Bill si sgonfiò come un palloncino bucato, e le sue spalle si abbassarono sconfitte insieme alle mani che si stavano accarezzando con tanto amore.
Tom sospirò, battendo una mano su una delle sue gambe.
«Vieni qui, su.»
Il moro obbedì, un irresistibile broncio stampato in faccia, e si sedette lentamente in braccio al gemello. Sorrise appena quando questi l’abbracciò teneramente, baciandogli con dolcezza le labbra.
«Bill, tu sai che gli uomini non possono avere bambini, vero?»
Il cantante aprì la bocca indignato e soprattutto scioccato. Restò qualche istante senza sapere cosa dire, anche perché… Tom non poteva sapere, no?
Diede un leggero pugno su un braccio del fratello e gli fece la linguaccia.
«Certo che lo so, idiota. Non ero una cima a scienze ma fino a qui e al fatto che i bambini non vengono portati alla mamma dalla cicogna ci arrivo» disse con una smorfia non del tutto identificata.
Il fratello fece una risata sarcastica.
«No perché sai, non si direbbe da quello che leg-» Spalancò gli occhi, mentre nella sua testa un Tom immaginario si spiaccicava una mano in faccia.
«Okay, sono morto
Il viso di Bill era una maschera fredda e furiosa con tanto di occhi lucidi, e ben presto abbandonò le gambe dell’altro per alzarsi e costringere il gemello a fare lo stesso dopo averlo preso per il colletto della maglietta.
«Tom, tu non hai ficcato il naso nel mio computer, vero?» sibilò con gli occhi ridotti a fessure.
Il chitarrista arrossì ed abbassò lo sguardo.
«Beh, ficcato il naso ora… ho solo dato un’occhiatina…» si difese guardando il fratello come se questi stesse per picchiarlo da un momento all’altro.
Contro ogni aspettativa, Bill non lo prese a schiaffi né gli urlò contro. Lo guardò semplicemente incredulo, e poi si sedette sul divano dietro di sé e nascose il viso tra le mani, cominciando a piangere silenziosamente.
Tom si inginocchiò a terra di fronte a lui e gli alzò il mento per guardarlo negli occhi.
«Adesso pensi che sia un idiota, vero?» sussurrò triste il cantante.
Il ragazzo dai cornrows scosse la testa e gli prese il viso tra le mani per poter posare un tenero bacio sulle sue labbra.
«Sai che non lo farei mai, solo… non capisco perché leggi storie che riguardano noi due quando mi hai qui, tutto per te» ammise con una scrollatine di spalle, facendo sorridere il moro.
Bill fece per parlare, ma sospirò senza riuscire a trovare le parole.
«Non è quello, è che…» indugiò.
«…O forse la domanda dovrebbe essere “perché leggi storie in cui tu aspetti sempre un bambino”? Perché mi pare che l’avviso M-preg indichi la gravidanza maschile» disse con un sorriso carico di dolcezza, continuando a tenere il suo viso tra le mani.
Il gemello sobbalzò e aprì la bocca per parlare, ma poi la chiuse e regalò un piccolo sorriso all’altro ragazzo.
«Ti sei informato, eh?» chiese timidamente.
Tom rise e si sedette accanto a lui sul divano, per poi abbracciarlo stretto e scoccargli un altro bacio, stavolta sulla tempia destra.
«Non capivo perché stessi sempre al computer, e sinceramente stavo anche cominciando a preoccuparmi» mormorò serio.
L’altro sospirò.
«Bill, perché… perché leggi certe storie? Non che ci sia niente di male, solo… sembra quasi che tu voglia un… figlio» sussurrò guardandolo negli occhi.
Il cantante arrossì fino alla punta delle orecchie.
«Suppongo…. Che tu fossi davvero bravo da piccolo quando giocavamo a battaglia navale, eh?» sussurrò timido.
Il gemello lo guardò confuso.
Bill ridacchiò.
«Colpito e affondato» mormorò poi con un sorriso senza staccare lo sguardo dal pavimento.
Tom sobbalzò ed arrossì furiosamente, abbassando lo sguardo.
«Quindi tu… vorresti…» sussurrò prima di deglutire.
Il cantante annuì.
«Tomi io… lo so che è impossibile, quindi leggo quelle storie per… non lo so, fantasticare, forse» ammise con una scrollata di spalle.
Il gemello lo osservò a lungo e con dolcezza e gli si avvicinò maggiormente, per poterlo abbracciare stretto.
Sentì le mani dell’altro stringergli con forza la maglietta e delle lacrime calde bagnargli il collo, e lo lasciò fare cullandolo dolcemente avanti e indietro.
«Shh, va tutto bene, tutto bene» sussurrò accanto al suo orecchio destro.
Bill scosse la testa.
«Tomi, io ti amo, solo… vorrei tanto un bambino da te, e… e non posso, perché siamo due uomini, gemelli e famosi oltretutto, quindi non potremmo nemmeno adottarne uno» singhiozzò stringendolo più forte.
Tom gli baciò un orecchio e continuò a cullarlo ad occhi lucidi, mentre nella sua mente si faceva strada una nuova idea.

***


Tom strinse più forte Bill, accucciato tra le sue gambe, e sistemò meglio la sua felpa affinché coprisse entrambi il più possibile.
Si trovavano nel terrazzo di casa loro con Georg, Gustav e Andreas, i loro migliori amici, ed era la notte del 24 Dicembre. Erano tutti seduti su un’enorme coperta e chiacchieravano allegri, felici di stare tutti insieme ad aspettare il giorno di Natale.
Bill aveva riso e scherzato, e adesso a Tom sembrava felice come non mai di quell’atmosfera calda che si era creata nonostante in quei giorni non fosse stato molto allegro.
Il chitarrista gli baciò il collo e l’altro chiuse gli occhi rilassato, il sorriso sulle labbra.
Tom sperava davvero che il suo regalo gli sarebbe piaciuto.
«Ehi, andateci piano con le effusioni» rise Andreas lanciando una mollica di pane agli amici.
Tom la schivò per un pelo e strinse più forte il gemello mentre gli alzava il viso e lo coinvolgeva in un passionale bacio alla francese.
«Ew, siete peggio di due ricci in calore» osservò Georg facendo finta di rabbrividire.
Gustav approvò con una risata, e Bill gli fece la linguaccia prima che tutti e cinque scoppiassero a ridere divertiti.
Avevano detto della loro relazione ai loro amici qualche anno prima, non senza pensarci seriamente e a lungo su.
Era una cosa seria, importante, ma loro sapevano che si potevano fidare di quei tre. Non per niente, erano i loro migliori amici, e due di loro suonavano nella loro band. Non potevano nascondere a delle persone tanto importanti il loro amore, seppure particolare e raro. Ma forse, era meraviglioso proprio per tutti questi piccoli e strani elementi.
«Ehi, è… mezzanotte meno cinque, wow, dovremmo entrare» esclamò Andreas alzandosi e stiracchiando le braccia.
Gustav e Georg lo seguirono a ruota ed entrarono in casa insieme all’amico, mentre i gemelli si alzavano lentamente e con più calma.
«No, tienila, fa freddo» sussurrò Tom quando il fratello fece per togliersi la sua felpa.
Bill gli regalò un sorriso dolcissimo e si sporse portando le braccia attorno al suo collo per poterlo baciare.
Le mani del chitarrista corsero sui suoi fianchi snelli e lo pressarono contro di sé mentre il bisogno di sentirlo si faceva sempre più forte.
«Tomi?» sussurrò il moro dopo alcuni istanti.
Il gemello sorrise e gli baciò il naso.
«Mm?»
Bill nascose il volto nell’incavo del suo collo, vergognoso.
«Facciamo l’amore, stanotte?»
Tom sobbalzò ed arrossì, prima di sorridere e baciare il capo del suo ragazzo.
«Ma certo» sussurrò.
Il gemello alzò il viso e gli sorrise con gli occhi che brillavano.
«Però, stanotte voglio che… solo te, sai» sussurrò il cantante giocando con i cornrows dell’altro e sperando che capisse la sua allusione.
Il fratello sgranò gli occhi ed emise un flebile “oh”.
«Come… come mai?»
Bill fece spallucce.
«Non lo so, solo… voglio sentirmi amato da te, Tomi, ne ho… davvero bisogno» mormorò serio e puntando gli occhi in quelli identici del gemello.
La mano libera di Tom, quella che non teneva l’altro stretto a sé, gli accarezzò teneramente una guancia, mentre le loro labbra si univano e sigillavano un tacito accordo.
Stavano così bene lì, abbracciati sotto le stelle…
«Dio, sto per vomitare.»
I gemelli si staccarono e si girarono, ancora abbracciati. A pochi metri da loro c’era Georg, appoggiato allo stipite della porta e con un sorrisetto furbo stampato in faccia.
«Meno uno, piccioncini, vedete un po’ che potete fare» ridacchiò.
I due ragazzi alzarono divertiti gli occhi al cielo e seguirono l’amico dentro casa.
«Bill, Tom, ecco i vostri bicchieri con tanto di spumante» disse Andreas porgendo ad ognuno dei due il proprio.
Si voltarono tutti verso la tv, dove un programma televisivo stava facendo il conto alla rovescia.
Tre, due, uno…
Bill si sentì improvvisamente sollevare da terra, e si ritrovò con le labbra attaccate a quelle del gemello mentre gli altri ridevano tra loro e si facevano gli auguri.
«Ehi, non vorrai abbracciare solo il tuo pupillo, eh principessa?» sfotté Andreas tirando una ciocca di capelli all’amico sospeso per aria ed impegnato in un lungo e dolce bacio.
Il cantante si staccò con il sorriso sulle labbra e sussurrò un timido “Buon Natale” all’amato, prima di far strofinare giocosamente i loro nasi.
«…Ehm, coff coff» commentò sarcastico il loro amico biondo.
Bill rise e Tom lo fece scendere dopo avergli rubato un altro piccolo bacio a fior di labbra.
Raggiunsero i loro amici, che ormai li credevano persi in tutt’atro mondo, ed augurarono a tutti un “Buon Natale” più che sincero.
E poi, come ogni anno, venne il momento dei regali.
Poteva sembrare un momento come un altro, ma non per i gemelli.
«Tomi, che… che mi hai fatto?» sussurrò il moro mordicchiandosi il labbro inferiore mentre l’altro gli porgeva il suo pacchetto.
Tom rise e prese il regalo offertogli dal gemello.
«Apri e lo scoprirai, no?» osservò.
Il fratello gonfiò le guance fintamente offeso e gli fece la linguaccia, per poi dedicarsi completamente al dono del chitarrista.
Lo aprì con le mani che tremavano dall’eccitazione e spalancò gli occhi quando si rese conto che si trattava della bustina di una gioielleria.
Vi era un piccolo sacchettino blu ed argentato, e Bill tirò a cordicina che lo teneva chiuso per poi rovesciarlo, lasciando che il suo contenuto finisse sulla sua mano destra.
«Che cos’è?» sussurrò rapito, avendo solo una vaga idea di ciò che aveva appena scartato.
Tom, che lo aveva osservato per tutto il tempo, ridacchiò e prese in mano il regalo.
«È un bracciale, vedi? Ci ho fatto mettere alcuni ciondoli scelti apposta… Ecco, questo è un orsacchiotto. Il tuo era finito sotto la macchina di papà, così io ti ho regalato il mio per non vederti piangere; ti ricordi?»
Bill annuì rapito, e l’altro continuò.
«E questa è una barchetta, di quelle con i remi. Avevamo deciso di dimostrare all’altro che non avevamo paura di fare tutto il giro di quel laghetto vicino casa e poi abbiamo finito per darci il nostro primo bacio» sussurrò con il sorriso sulle labbra.
Il gemello osservò tutti gli altri ciondoli e li seppe subito ricollegare ai momenti particolari ed importanti a cui si riferivano.
Si gettò tra le braccia di Tom, ricoprendogli il viso di baci.
«È regalo bellissimo, grazie» mormorò commosso.
«Ma, ehi, non hai ancora aperto il mio» osservò poi con un sorriso timido.
Il chitarrista emise un flebile “oh” e si affrettò a scartare il proprio regalo, sotto gli occhi timidi del fratello.
Quando il dono venne finalmente alla luce, Tom inarcò un sopracciglio, felicemente sorpreso da ciò che aveva tra le mani, mentre il gemello si torturava le mani.
«Sì beh, li ho… comprati in un negozio qui vicino, poi uhm la mamma mi ha aiutato a, beh… vestirli e… tutto il resto, sì» borbottò impacciato.
Il fratello osservò i due orsetti abbracciati che aveva appena scartato con tenerezza.
Uno era palesemente lui, con cappellino, magliettona, chitarra, cornrows e addirittura il piercing al labbro; l’altro era il suo dolce gemellino, la cresta al centro della testa – tra le due orecchie, per la precisione –, i vari piercing, la magliettina strettissima, il microfono e, dulcis in fundo, il suo adorato tatuaggio a stella.
Tom di voltò verso l’altro ragazzo e ridacchiò alla sua espressione timida e alle sue guance tinte di rosso e lo abbracciò stretto.
«Sei tremendamente adorabile» rise riempiendolo di baci.
Bill, se possibile, arrossì ancora di più, e nascose il viso nell’incavo del suo collo borbottando un flebile “Tomi, dai”, che fece ridere tutti i ragazzi presenti nella stanza.
«E comunque il tuo regalo è molto più bello» sussurrò poi il cantante.
Il fratello strinse a sé quel corpicino gracile e gli baciò un orecchio.
«Perché non hai ancora visto quello vero, amore mio

***


Bill gemette forte quando Tom strinse con più forza le sue cosce sudate tra le mani, mentre affondava dentro di lui.
«Tomi» sussurrò sulle sue labbra umide di baci e di sudore.
Il gemello ansimò piano e lo baciò appena sotto l’orecchio destro, guadagnandosi in cambio un mugolio di approvazione.
«Sì» mormorò per far capire all’altro che aveva la sua attenzione.
Il cantante strinse più forte i muscoli attorno all’eccitazione dell’altro e si avvinghiò di più a lui con braccia e gambe, sentendolo ringhiare sulla sua pelle.
«Non mi lasciare» sussurrò Bill, gli occhi puntati in quelli del fratello.
Tom lo guardò confuso e lo coinvolse in un altro bacio dolce e affannato.
«Sai che non lo farò mai» mormorò in risposta.
Il moro annuì e gli baciò la fronte.
Appoggiò una mano accanto alla sua testa, sul cuscino, e sorrise quando Tom vi appoggiò sopra la sua per far incrociare le loro dita.
«Ti amo» sussurrarono contemporaneamente, mentre continuavano ad amarsi in quella stanza colma di sospiri e di amore.
Bill fece un sorriso dolce ed accarezzò una guancia del fratello con la mano libera, sussultando dopo l’ennesima spinta del suo bacino.
Tornò a guardarlo negli occhi e fece sfiorare le punte dei loro nasi con un altro debole sorriso.
«È così bello averti dentro di me, Tomi…» sussurrò sulle sue labbra.
Lo coinvolse in un bacio profondo e gemettero entrambi nella bocca dell’altro, consapevoli di come nient’altro oltre a loro due, in quel momento e per sempre, avesse davvero importanza.

***


La mattina dopo, Bill allungò una mano sul materasso alla ricerca del fratello senza riscuotere successo, anche se il non sentire il suo petto caldo sotto la propria testa avrebbe già dovuto fargli capire che il ragazzo non si trovava a letto con lui.
Si stropicciò un occhio con fare stanco e sbadigliò, alzandosi a sedere.
Dalla porta leggermente aperta della camera da letto – evidentemente il gemello non voleva svegliarlo, e lui sorrise a quel pensiero – poteva scorgere un leggero spiraglio di luce e il rumore di un mouse, segno che Tom aveva già tirato su qualche serranda e in quel momento stava armeggiando con il computer.
«Tomi?» chiamò incerto, mettendo le gambe fuori dal materasso.
Una scossa fredda gli percorse la schiena quando i suoi piedi sfiorarono il pavimento, e si ricordò improvvisamente di essere completamente nudo.
Infilò le sue amate ciabatte calde calde e recuperò la sua vestaglia arancione da una sedia, indossandola e chiudendola stretta per poi uscire dal tepore della camera da letto ed andare in salone.
Vide la figura del gemello che gli dava la schiena, seduta al loro tavolo e davanti al pc.
Rise mentalmente e camminò in punta di piedi fino a raggiungere l’amato; le ciabatte così morbide, comunque, aiutavano decisamente nell’impresa.
Una volta giunto a destinazione abbracciò di getto il povero Tom, che quasi saltò per la sorpresa e represse a stento un urlo spaventato.
«Bill» sospirò. «Dio, mi hai fatto prendere un infarto!» disse poi scoppiando a ridere e girandosi verso l’altro.
Il cantante gli sorrise e fece spallucce, prima di dargli un lungo e tenero bacio sulle labbra.
«Buongiorno Tomi» sussurrò non appena si staccarono.
Il gemello gli sorrise e lo prese per mano, facendolo sedere sulle proprie gambe.
Bill non perse tempo e si mise subito comodo, le braccia attorno al collo del gemello e il naso che scavava solchi immaginari nel suo collo.
«Che stavi facendo?» chiese poi, i suoi occhi che indugiavano appena sullo schermo del portatile.
Tom gli baciò la fronte e lo abbracciò più forte.
«Preparavo il tuo regalo di Natale, nell’attesa che il mio bel principino si svegliasse» ridacchiò scompigliandogli i capelli.
Il gemello lo guardò confuso.
«Il mio regalo? Ma, Tomi… tu mi hai già dato il tuo regalo di Natale» mormorò incerto.
Il chitarrista sorrise.
«Sì, beh… diciamo che quello che sto per darti adesso è il regalo vero e proprio» disse con una scrollata di spalle mentre apriva un’icona del computer.
Bill si ritrovò davanti alla foto di due bambini di colore, identici e con un piccolo sorriso, che si tenevano per mano.
«Tomi, cosa?…» sussurrò confuso.
«Si chiamano Bilal e… indovina un po’? Tomi. Quasi stentavo a crederci quando l’ho letto. E, anche se Bilal è un po’ diverso da Bill, l’iniziale è sempre quella, no?» ridacchiò.
Il gemello aggrottò le sopracciglia e posò la punta delle dita sulla piccola foto, completamente preso dalle parole dell’altro.
«Loro… non hanno i genitori, Bill. Lo sai, la vita in Africa non è facile e… beh, adesso sono soli. O meglio, lo erano fino a ieri.»
Il cantante si voltò di scatto verso il fratello e lo guardò confuso.
«Che vuoi dire?» sussurrò.
«Quello che ho detto.»
Tom abbracciò stretto il proprio gemello e lo baciò a lungo e a fondo.
«Li ho adottati a distanza, Bill. Beh, in realtà sei tu ad averlo fatto, dato che ho messo il tuo nome nel modulo» spiegò semplicemente, una nota di ansia nella voce.
Il fratello spalancò gli occhi e aprì la bocca per dire qualcosa, ma non ne uscì niente.
Si limitò a riportare gli occhi sulla foto dei due bambini, senza riuscire a credere a ciò che l’amato aveva fatto per lui.
«Io…» mormorò Tom, attirando ancora una volta l’attenzione dell’altro su di sé. «Non posso darti figli, in nessun modo, e lo so. Non avevo capito che era una cosa che poteva mancare, nella nostra relazione, finché pochi giorni fa tu non me l’hai fatto capire. E allora ho aperto gli occhi, e ho… ho capito che forse, in un qualche modo, potevo comunque darteli, e magari far tornare a sorridere davvero anche qualcun altro» mormorò riferendosi ai due bambini e con lo sguardo rivolto verso il pavimento.
Alzò gli occhi sul gemello, che fissava incantato l’immagine dei due fratellini che si tenevano per mano.
«Bill?»
L’abbraccio e le labbra del cantate lo colsero di sorpresa, e si ritrovò a ricambiare entrambi i gesti impreparato ma felice.
«Oddio, tu-io… Dio» singhiozzò l’altro contro le sue labbra, gli occhi che sgorgavano di lacrime di commozione.
E Tom le asciugò una per una, con piccoli e delicati baci e un sorriso che non abbandonava il suo volto.
«Sei felice?» sussurrò spostando una ciocca di capelli corvini dietro l’orecchio destro del gemello.
Bill annuì e tirò su con il naso, prima di abbracciarlo ancora una volta ed inspirare il suo odore.
«Sì, Dio, tu… non avresti potuto farmi un regalo più bello Tomi, non… non so che dire» sussurrò cercando di asciugare invano le lacrime che continuavano a rigargli le guance.
Tom scosse la testa e lo attirò a sé, così che il suo viso si trovasse nell’incavo del suo collo.
«Non devi dire niente amore, davvero. Ora abbiamo i nostri bambini e tu… sei felice, giusto?» chiese per la seconda volta.
Il cantante sussurrò un flebile “sì”, smorzato da una risata mista ad un singhiozzo.
«Sei felice. E nient’altro ha importanza.»
Le mani di Bill strinsero più forte il corpo del fratello e, in quel momento, accanto alle luci dell’albero di Natale e alla foto dei loro bambini, sentì che si sentiva davvero felice e completo, forse dopo tanto e troppo tempo.


Fine








Note finali: *E ce la fece*
Ma non è possibile che io ci abbia messo dieci giorni per scrivere questa… cosa, dai o.O
Faccio schifo da quanto sono lenta, povera me ._.
Comunque u.u
Almeno è tenera – spero O.O – e soprattutto non muore nessuno come nella vecchia shot di Natale >.<
E dire che questo Natale non è nemmeno stato così bello per me, eppure ho scritto lo stesso una cosa abbastanza allegra o.O
C’è solo un pizzico di Angst, dai u.ù
Ma io non sono normale e si sa xD
E… non lo so, l’idea è un po’ scema e senza senso xD, però non avevo proprio idea di che scrivere e l’illuminazione mi è arrivata quando i miei hanno deciso di prendere in affidamento un bambino a distanza – non l’hanno potuto adottare perché ha i genitori –, e io ce lo vedevo troppo Bill con desideri di paternità *-*
Ovviamente poi Tomi risolve tutto **
Perché quel ragazzo è amore e non smetterò mai di ripeterlo <3
Ah, i nomi dei due bambini sono davvero africani - anche se Bilal è arabo - e quando ho letto "Tomi" sono rimasta cosi: O.O
Detto ciò, e avendo scassato abbastanza xD, me ne vado che è meglio xDD

 
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endless87
view post Posted on 9/2/2010, 16:51




scusa l'immenso ritardo
ma nn so x quale motivo dal mio pc uqesta pagina si bloccava
cmq ora sn col il portatile
e ho avuto il tempo di leggerla

beh che dire
è molto dolce
come molte ff
ma questa in particolare
perchè mette in luce una pratica che forse dovremmo adottare
l'adozione dei bambini poveri a distanza

bellissima idea x scrivere
e per far pensare i lettori

brava!

scusa ancora e spero di leggere qui qualche altra tua ff

grazie
ciao


 
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,zucchera'
view post Posted on 17/2/2010, 21:08




CITAZIONE (endless87 @ 9/2/2010, 16:51)
scusa l'immenso ritardo
ma nn so x quale motivo dal mio pc uqesta pagina si bloccava
cmq ora sn col il portatile
e ho avuto il tempo di leggerla

beh che dire
è molto dolce
come molte ff
ma questa in particolare
perchè mette in luce una pratica che forse dovremmo adottare
l'adozione dei bambini poveri a distanza

bellissima idea x scrivere
e per far pensare i lettori

brava!

scusa ancora e spero di leggere qui qualche altra tua ff

grazie
ciao

Ma figurati! **
Grazie a te e scusa se non ci sono molto sul forum, colpa della scuola :(
 
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endless87
view post Posted on 25/2/2010, 18:28




CITAZIONE
Ma figurati! **
Grazie a te e scusa se non ci sono molto sul forum, colpa della scuola

ehi
ma figurati^^
io non vado più a scuola
ma ti capisco
non scrivo da parecchio e avrei tantissime idee uff ma in tempo è poco
e le cose da fare tante tante
perciò chiedo anche io scusa al forum :-)

che altro ci posti di bello?

baci
 
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3 replies since 27/1/2010, 14:23   144 views
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